giovedì 20 agosto 2009

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Una parola, un racconto: ZUPPA

Preparare la zuppa si stava rivelando più complicato del previsto, notò la strega mentre mentre mescolava i suoi intrugli in ebollizione. Ne assaggiò un cucchiaio. Era un po' insipido, ma quello non era un grande problema, bastava aggiungere un po' di sale. Di carne ce n'era anche troppa. Il sugo non aveva un sapore malvagio, ma forse andava perfezionato. Un po' di pepe magari. Era con gli altri ingredienti che era scettica. Era stato difficilissimo trovarli e non era neanche sicura della loro bontà. Cercare la ragione, ad esempio, si era rivelato un calvario, sembrava non avercela più nessuno.

Neanche il sentimento aveva un sapore autentico, forse le avevano rifilato uno di quei prodotti geneticamente modificati. Di amore poi ne aveva trovato solo condizionato, quelli che ancora lo coltivavano genuino se lo tenevano ben stretto. Manco il sesso era più quello di una volta. In Italia, in Giappone, in Svezia fino a qualche anno prima se ne trovava in abbondanza e di qualità ma ormai era diventato scadente anche da quelle parti. In compenso di cinismo se ne trovava a pacchi. Peccato che a lei gliene bastasse un pizzico.

Con l'ironia poi bisognava tenere gli occhi bene aperti altrimenti finivano per rifilarti del sarcasmo, che aveva un gusto amaro che a lei non piaceva. La serenità la coltivavano in tanti eppure nessuno riusciva a farla crescere. Nutriva il sospetto che fosse concimata male, con lacrime, rabbia e invidia. Per fortuna di sogni se ne trovavano ancora, mentre perfino di sorrisi ce n'erano sempre meno. L'altruismo poi andava cercato quasi esclusivamente in zone disperate, come se dalle altre parti non sapevano cosa farsene.

Per fortuna che cortesia e gentilezza circolavano ancora. Certo, meno di quanto avrebbe sperato, ma se non altro quelli che ancora ne possedevano non si facevano scrupoli a regalartela. Peccato che molti la rifiutassero, preferendo la diffidenza, un pesticida dall'odore sgradevole che però teneva lontane le fregature, parassiti temutissimi. La strega assaggiò di nuovo la sua brodaglia: era quasi pronta, mancava la dolcezza e ne aggiunse una bella dose. Ecco, la zuppa della felicità era pronta.

Aveva un buon sapore, peccato che durasse solo un attimo. Mentre scendeva nello stomaco quella sensazione scompariva. Ed era pure un piatto che si faticava a digerire. Ma forse la colpa era sua, aveva dimenticato qualcosa di fondamentale. Ripassò mentalmente la ricetta, ma non le venne in mente nulla: del resto era sempre stata una pessima cuoca.

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