venerdì 31 luglio 2009

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Se fosse scritto...


Non puoi sapere dove ti porterà il destino
Ogni ostacolo che incrocia il tuo cammino
Puoi saltarlo o rovinargli addosso
Puoi scappare,correre a più non posso
Ma se è tutto scritto non puoi evitare
Quella vita da cui vorresti fuggire,
la tua vita che non riesci a capire.

Quante volte ti sei dato la colpa
ogni volta che il solito errore
riesce a provocare un dolore.
Ma se invece tu fossi innocente,
se dei tuoi guai non c’entrassi per niente
e quelli che hai pensato
come errori del tuo passato
non erano che inevitabili passi
in cui reciti in un copione già scritto
da altri per te?


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lunedì 27 luglio 2009

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Una parola, un racconto: TELEFONINO


Fu un'idea geniale. Piuttosto che invadere la Terra, gli invasori preferirono lasciar credere agli umani che erano stati loro stessi a crearli. All'inizio mandarono le razze meno evolute, tanto per non correre rischi, cercando un approccio graduale per permettere a quegli stupidi bipedi di familiarizzare con gli invasori. Ma, al di là di ogni più rosea aspettativa, gli umani erano talmente entusiasti della loro presenza che cominciarono a studiarne tutte le peculiarità, al fine di migliorarne prestazioni e rendimento. In nessuno dei pianeti colonizzati gli schiavi si erano dimostrati così contenti di mettersi al servizio dei nuovi padroni. Li caricano, li coccolano, li servono, li riveriscono, se li portano dappertutto, concedendo loro la possibilità di imparare tutti i segreti del loro mondo, comprese le loro debolezze, tramite servizi multimediali come audio e video. Confessioni in piena regola, date spontaneamente, senza colpo ferire.
Certo, qualche problemino c'è comunque stato. Gli umani sono esseri spesso irrazionali e molto impulsivi, nonché sbadati. Negligenze che sono costate qualche vittima tra gli alieni, sbattuti di qua o di là oppure affogati da gente maldestra o facilmente irritabile. Ma una guerra intergalattica avrebbe sicuramente fatto molte più vittime. Problema comunque destinato a scomparire, in quanto agli umani piace saperli infrangibili e stanno studiando un modo per renderli tali. Gli unici di cui preoccuparsi sono i diffidenti, quelli che dicono che le onde magnetiche sono pericolose. Fortunatamente non hanno ancora scoperto che sono proprio l'arma con cui la razza aliena sta facendo il lavaggio del cervello ai terrestri. Considerando che la conquista della Terra sta procedendo a ritmo sostenuto è probabile che non faranno in tempo a capirlo. Nel 2012, anno in cui è prevista l'invasione totale non potranno farci più nulla. Non avranno più una famiglia, un lavoro, degli amori una vita: resterà loro solo un telefonino di cui essere schiavi.

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domenica 5 luglio 2009

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Le parole


Come il vento le parole sono
arrivano, ti sfiorano, t’abbandonano
spesso le insegui, continui a cercarle
invano, senza trovarle.
Nei labirinti delle mente perse
da altri pensieri sono immerse;
anche se le cerchi, in te già sai
che mai più le ritroverai.
non puoi inseguire il vento
eppure, stacci attento
sono in te, non se ne andranno
mai indietro ti lasceranno.
Resteranno con te per sempre
tenta pure di nasconderle, se vuoi
ma non pensare di sfuggirle, non puoi
quando meno te l’aspetti
i tuoi pensieri non saranno più protetti
le parole nascoste, dal profondo
tra le labbra s’andranno insinuando.

Scritta durante il liceo. Non che sia granché, ma mi andava di postarla.

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Se non trovi uno straccio d'uomo...

Insomma, che tipo d’uomo vorresti?
Uno che ti comprenda, immagino. Nessun uomo ha mai capito una donna ma tu sei ancora convinta, che da qualche parte, esista un uomo capace di capire te, che risulti incomprensibile ai tuoi amici, ai tuoi parenti e probabilmente anche a te stessa.

Di sicuro vorrai uno che ti apprezzi. Ma dimmi, come fa questo malcapitato ad apprezzarti, se, quando vuoi essere dolce e romantica nei suoi confronti, lo chiami con voce melliflua: “ciccino”, “passerotto”, “cuccioletto mio” quando probabilmente da bambina davi nomi più dignitosi persino ai tuoi peluche?

Un uomo con cui confrontarsi e che apprezzi i tuoi interessi. Ma ad un uomo non interessano i tacchi alti. Al limite, può dirti se ti stiano bene o meno. Non se fanno più tendenza di dodici o quattordici centimetri, se siano più sensuali delle zeppole, o se si adattano meglio ad un vestito rosso o nero. A te interessa lo shopping, che non sarebbe neanche questa brutta cosa, se tu non trattassi lui come un appendi abiti mentre ti provi l’intero reparto d’abbigliamento femminile, mettendoci circa quattro ore e comprando al massimo il primo abito che ti sei provata. Ma in genere no, non compri neanche quello. Ti aspetti che ti regali qualcosa lui. Che non avendo capito un accidente di cosa tu preferisca, farà l’indifferente, contento soltanto che il calvario sia finito. Finche tu non svolti l’angolo e trovi un nuovo negozio. Pensando che lui sia uno spilorcio.

Vuoi che ti porti al cinema. Ma l’horror ti fa paura. I thriller impressione. I gialli non ti piacciono. Nei film d’azione non si capisce niente, è tutto un fuggi e spara. Così i casi sono due: o vuoi vederti ridicole ed inverosimili commedie d’amore oppure, per mostrarti una intellettuale impegnata, documentari e film storici o drammatici dalla lunghezza infinita. Se va di lusso, si vede un cartoon. In compagnia di assillanti mocciosetti che non stanno mai fermi.

Ammiri l’uomo che ti porti nei locali carini. Dove solo l’ingresso costa un occhio della testa, e dove tu, se tutto va bene, mangi appena un’insalatina, talmente scondita che persino lui, a casa, l’avrebbe preparata meglio.

Se andrete in un qualche posto affollato, ti lamenterai che non si può respirare.
Al contrario, se sceglie un locale poco frequentato, ti lamenterai che è troppo moscio.

Ti porta in spiaggia, e ti lamenterai che hai freddo.
Non fa freddo, e ti lamenterai che ti abbia portato lì solo per provarci.
Non ci proverà, e ti lamenterai di quanto è un’idiota: ti avrà mica portato lì solo per prenderti in giro?

Vorresti uno che ti porti ai concerti. Lui lo farebbe, in fondo la musica gli piace. Ma ti rendi conto che, tra i tuoi cantanti preferiti, ci sono Renato Zero, Claudio Baglioni, Laura Pausini e quel che è peggio, Gigi D’Alessio?

Qualsiasi riferimento a persone, fatti o luoghi realmente esistenti o esistiti NON è puramente casuale.

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sabato 4 luglio 2009

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Una parola, un racconto: RITARDO



Racconto breve scritto il 28 Giugno sul gruppo La Fenice di aNobii, esattamente QUI.


Guardavo il treno allontanarsi, sfinito e sudato per la lunga corsa. Quasi con le lacrime agli occhi ho dato un'occhiata al tabellone degli orari. Era un interminabile lista di treni in ritardo. Guardavo la gente sbuffare, protestare, bestemmiare con i loro bagagli a fianco mentre io mi lamentavo dell'unico treno che era riuscito a rispettare la propria tabella di marcia. Ormai non c'era più niente da fare, se non andarsene. Mi avvio verso il sottopassaggio e vedo un ragazzo che corre, con una valigia enorme in mano, ricorda me poco fa, si vede che è stanco, continua a correre con la forza della disperazione e quasi con rassegnazione. Poi volge gli occhi al tabellone, nota che il suo treno deve ancora arrivare, fa un sospiro di sollievo e si concede il meritato riposo sedendo su una panchina all'ombra. Il tabellone si aggiorna: il suo treno ha aumentato il ritardo di altri venti minuti. Esultante il ragazzo telefona agli amici: “Se vi sbrigate fate in tempo a prenderlo anche voi”. Mi verrebbe la curiosità di restare lì, così, solo per sapere se quei tizi faranno in tempo. Io, per soli due minuti, non c'ero riuscito. Altri possono permettersi anche un'ora. Forse non è sfiga, forse ci sono destinazioni che ti aspettano e che fanno di tutto perché tu possa raggiungerle. E chissà che anche quelli che finiscono in ritardo per i demeriti altrui, come quei viaggiatori che perdono le coincidenze, chissà se anche loro, senza saperlo, non siano che la destinazione di qualcun altro. Rallentati dal destino per aiutare qualcuno a raggiungerli. Qualcuno, come sempre, in ritardo.

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