venerdì 23 ottobre 2009

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Una parola, un racconto: FUGGIRE

ragazza in fuga Si sentì libero come non gli accadeva da mesi. Lontano dai debiti, da un lavoro impossibile, un capo dispotico, una città odiosa, vicini impiccioni e una moglie incinta con cui non faceva altro che litigare. Non ne poteva più. Non che avesse capito come fosse accaduto, ma tutta la sua buona volontà, tutti i suoi propositi si erano trasformati in un inferno.

Non sarebbe voluto scappare, ma non aveva avuto altra scelta: da qualche parte aveva lasciato andare i suoi sogni ed era sua ferma intenzione recuperarli. A questo pensava, mentre l'auto sfrecciava solitaria nella notte lungo l'autostrada. Si era portato con sé un bagaglio leggero: qualche vestito di ricambio, qualche cd, i documenti e poco altro. Sembrava quasi il bagaglio di un uomo in vacanza, e non quello di una persona in fuga da tutto.

Ma ci aveva pensato bene, prima di prendere quella decisione, ci aveva pensato per settimane e si era convinto che, in fondo, quel poco che c'era in casa poteva tenerselo lei. Del resto la lasciava in una condizione non facile, incinta, senza un lavoro e con sei mesi di affitto arretrato da pagare. A lui era bastato svuotare il bancomat.

“Con quella vita ho chiuso!” pensò mentre dietro di lui c' era un'auto in arrivo, la quale, lampeggiando coi fari, manifestava la chiara intenzione di sorpassarlo. Diede una rapida occhiata allo specchietto retrovisore. E fu allora che vide. Che vide che non serviva a niente. Vide che tanto il suo problema più grave continuava a portarselo dietro. Vide i suoi stessi occhi. Il problema non era il bambino in arrivo. O i sei mesi d'affitto o quell'imbecille del capo, né tutto il resto.

Il problema era lui, lui stesso, e da quello, beh, da quello non sarebbe mai potuto scappare. L'euforia scomparve all'improvviso, mentre era nei pressi di un autogrill. Decise di fermarsi. Era stanco, aveva già fatto 500 km e per cosa? Per bersi un merdosissimo caffè in compagnia di un barista assonnato e un camionista con una birra in mano intento ad allenarsi alla gara di rutto libero! E va bé, pazienza! Finché era durato il suo progetto si era sentito sereno, sereno come non gli capitava da tempo ma oramai tanto valeva tornare indietro. Se si sbrigava forse sarebbe arrivato in tempo per arrivare in orario al lavoro. Il ritorno fu meno piacevole ma senza problemi.

Fu quando rientrò che trovo la sorpresa: sua moglie se l'era squagliata portandosi via tutto. Gli aveva lasciato solo un biglietto: “Me ne vado, fuggo lontano da te, da questa vita e da tutto il resto. Non cercare di rintracciarmi, tanto non abbiamo niente in comune, neanche il bambino, non è neanche tuo”.

Non provò rancore, invidia piuttosto: nella stessa notte, entrambi in fuga dalla stessa persona, lei era l'unica tra i due che poteva farcela. A lui, invece, uno specchio avrebbe continuato a ricordagli che da sé stessi non si può fuggire.

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giovedì 22 ottobre 2009

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La fine di tutte le storie

L’hai sperata diversa
ma era una storia già vista
ed è finita anche questa
nei ricordi che hai
della tua vita.

Una foto sul tuo comodino,
i riflessi del sole
una volta illuminavano il cuore,
oggi la luce del giorno
scalda solo il giardino
non colma il vuoto
che senti intorno a te, la persona che amavi non c’è.


Forse era stupido pensare che sarebbe stato eterno,
però la tua vita si è trasformata in un inferno
il mondo sembra vuoto e quel che hai è sempre troppo poco.

Ti accorgi
che qualcosa di speciale
possa trasformarsi
e fare così male
e ti vengono in mente
anche tutte le altre,
storie ormai vecchie
finite nel vuoto
in un giorno ormai ignoto
finite nel buio
nel bagaglio
di ricordi che hai.


Perché accade non sai, restano solo alcune cose tra molte spine e poche rose in questo tuo deserto, un mucchio di ricordi
un mare di rimpianti e di sogni infranti.

E pure stavolta
resterà l’amaro in bocca
e ti chiedi perché
ciò in cui credi
non ha più importanza
quel che vive ancora
è la sua presenza,
i tempi in cui
stavate insieme

quando davvero
vi volevate bene,
quando la tua ricchezza
era nei suoi occhi che rincontri ogni volta in tutto ciò che vedi e tocchi.

E’ un valzer di sentimenti, passioni accese o amori spenti
di istanti rubati alla vita,
il ricordo di una storia finita.

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