lunedì 18 agosto 2008

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Anche ubriacarsi è un'arte

Anche ubriacarsi è un’arte. Ne era convinto il mio vecchio, come era convinto, e non senza ragione, che ubriachi lo siamo tutti, persino gli astemi. C’è chi si ubriaca d’amore, e chi di speranze. C’ è chi è ebbro di sogni, e chi di follie. Avventure, misteri, passioni, lavoro, denaro, risate o malinconie, siamo tutti alla ricerca di qualcosa con cui ubriacarsi, con cui riempire il calice della vita.


"E gli altri, chiedevo io?", ingenuo. "Quelli che non inseguono i sogni, non cercano speranze, non vivono avventure, non sono in cerca d’amore e non hanno denaro?"
"Quelli – mi rispondeva il vecchio, con un sorriso – beh, quelli si ubriacano di mediocrità".


Ma lui no, lui si sentiva un’artista, e si sa, gli artisti usano solo i materiali adatti. Nossignore, lui per ubriacarsi, avrebbe usato il materiale giusto. Diffidava delle birre, mal tollerava lo champagne, aborriva i cocktail e a stento sopportava i liquori. Per ubriacarsi, diceva, per ubriacarsi ci vuole il vino. Perché anche le proprie sbronze devono essere capolavori.


( incipit di un monologo da me scritto e recitato il 4 dicembre 2007 nella Locanda Botella di Vicenza da Nicola Brugnolo della Fattoria Artistica Antersass nell'ambito di un reading dal tema "Letteratura & vino" )

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