mercoledì 26 agosto 2009

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Una parola, un racconto: LOCANDINA


L'attrice sostava davanti all'ingresso del cinema, orgogliosa di quella locandina che la ritraeva in una posa da guerriera, con la spada tratta, i capelli al vento, lo sguardo sensuale e aggressivo al tempo stesso in un alquanto improbabile costume di scena che concedeva pochissimo spazio all'immaginazione. Era fiera di quel lavoro. Sentiva di essere proprio così, rappresentata per quello che era davvero, provocante e battagliera, come neanche uno specchio sarebbe mai riuscita a cogliere.
Mentre era lì, intenta a rimirarsi in quell'immagine, si avvicinò un uomo.
Guardò prima lei, poi la locandina.
“Bella donna, eh?” disse l'uomo.
“Trova?” rispose l'attrice, soddisfatta.
“Non so che darei per una donna così...sa che un po' le somiglia?”
“Solo un po', dice? Guardi, sono io, quella!” rispose lei, offesa per non essere stata riconosciuta.
L'uomo la fissò con più attenzione. Poi guardò ancora il manifesto.
“Nooooooooooo!!!!” fece con una smorfia.
“Vuole vedere i documenti per convincersi?” la donna puntò il dito che campeggiava sotto l'immagine, poco sopra il titolo del film.
“E' il mio nome questo” e così dicendo frugò nella borsa alla ricerca di qualche documento per convincere quello scettico.
“Allora è davvero lei!” disse l'uomo, sorpreso.
“Sicuro che sono io!”.
“Sembra...sembra più alta nel manifesto”
“Ma no...sono gli effetti sullo sfondo che danno quest'illusione”.
“E i nei che ha sul viso? Perché non si vedono nell'immagine?”
“Sa, tolti con il computer...il fotografo dicevano che erano antiestetici”
“E, mi scusi se glielo dico, però il suo seno lì, insomma, sembra più voluminoso.
“Colpa del copione...nella sceneggiatura l'eroina era presentata con un seno più abbondante del mio, così ho dovuto imbottirlo. A rifarmelo non me la sono sentita”.
“Ma neanche il colore degli occhi è lo stesso!”
“Non ha letto il titolo? “La guerriera dagli occhi verdi”, insomma, lenti a contatto colorati””
“Insomma, mi sta dicendo che quella lì non esiste, e che io non potrò mai incontrarla” disse l'uomo puntando il dito verso la figura e allontanandosi.
La donna cambiò del tutto umore, sentendo montare la rabbia dentro di sé. Era lei che aveva studiato la parte per settimane. Lei che aveva sopportato ogni bizza del regista. Lei che si era svegliata a orari impossibili perché la maggior parte delle scene dovevano essere girate all'alba. Lei che si era sottoposta ad estenuanti ore di trucco. Lei che si era sentita ridicola in abiti strizzatissimi che quasi le facevano male appena si muoveva. Lei che era stata ricoperta da punture di zanzare durante le riprese nella foresta, adattandosi a mangiare carne in scatola scaduta, dal momento che erano troppo lontani dai centri abitati per andare a comprare qualcos'altro. Lei che si era accontentata di un cache basso pur di avere la parte, la prima da protagonista che le avessero mai proposto. Aveva fatto di tutto per meritarsi il successo. Invece lo aveva lasciato a quella lì, quella della locandina, una, come le avevano appena dimostrato, con cui non sarebbe mai potuta competere.

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