sabato 17 gennaio 2009

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Ultimi giorni

faces-truck
Storia di una vecchia di 90 anni. La sveglia suona e lei, dopo alcuni attimi in cui era rimasta immersa nel torpore, finalmente si desta. Allunga il braccio per far cessare quel suono, che ormai inizia ad infastidirla. Non ha veri motivi per alzarsi, è ancora un po' stanca, ma non è una a cui piace restarsene tutto il santo giorno infilata nelle coperte, decide quindi di vestirsi.


Data la sua età è lenta nei movimenti ed anche vestirsi è una piccola impresa, ma vive sola, non c'è nessuno che potrebbe aiutarla e del resto lei non vuole l'aiuto di nessuno.Va in bagno, tenta un minimo di toilette dopodiché si prepara un caffè in cucina.Inizia così la sua giornata, uguale alle tante che l'hanno preceduta. Da tempo ormai tutti i giorni si assomigliano e neanche quest'altro farà eccezione.


Prende il carrello per la spesa, chiude a chiave il portone di casa, scende i tre scalini dell'ingresso, sempre lentamente ma senza eccessive difficoltà, almeno per ora, che nel carrello non c'è nulla, ma sarà un'impresa fare quegli stessi tre scalini con il carico della spesa. Mai nessuno che si offrì di aiutarla, quando rincasa, ed a pensarci bene è meglio così, se fosse qualche malintenzionato che ne approfitta per rubargli le sue cose non avrebbe certo la forza per inseguirlo e forse neanche per gridare aiuto, ammesso che servirebbe a qualcosa.


Ha fatto poche centinaia di metri, ma è già stanca. Per fortuna, nel viale in cui abita è pieno di panchine. Certo, bisogna accontentarsi. Molte sono mezze rotte, piene di scritte incomprensibili, cancellate dalle pioggia e dal tempo. E forse è meglio così, alcune erano messaggi d'amore diretti a qualcuno, la maggior parti gridi di dolore e d'odio rivolti al mondo intero. Sta ancora riposando mentre arrivano dei gatti. Le strusciano intorno ai piedi e fanno le fusa, lei gli ripaga con qualche distratta carezza, ma sa che non s'accontenteranno. Sono in cerca di cibo, quello che gli lascia ogni mattina, comprandolo appositamente per loro insieme al resto della spesa. Ma al negozio non ci è ancora arrivata, dovranno attendere. Decide che si è riposata abbastanza, è ora di alzarsi. Rivolge gli occhi al cielo e si accorge che è una bella giornata di sole.


Immagina che in quel quartiere, deve essere l'unica ad averlo notato, gli altri sono troppo presi da altre occupazioni. Si guarda intorno e vede coppie che litigano, autisti indisciplinati e nervosi che urlano improperi versi chiunque, mendicanti che inventano ogni sorta di scusa per scucire qualche spicciolo a passanti che preferiscono prenderli a mali parole, gente che litiga per un parcheggio, ragazzini che picchiano altri ragazzini più piccoli, guadagnandoci un panino, uno zaino, qualche moneta o semplice divertimento, prostitute già al lavoro, sotto le tende dei bar uomini che le osservano, alcuni sono possibili clienti che decidono se sia il caso di contattarle o meno, il più delle volte sono i magnaccia che controllano la situazione, ci sono alcuni ragazzi che con il motorino continuano a fare su e giù lungo il viale, certo non hanno ancora fatto niente, ma il loro modo di fare è sospetto, sembrano scippatori che stanno solo attendendo l'occasione giusta per fare il colpo, sarebbe meglio tenerli d'occhio, del resto in zona ci sono anche i vigili, solo che al momento sembrano più interessati ad inseguire i writers, come si chiamano tra di loro, graffitari, come gli chiamano alcuni, imbrattamuri, come pensano molti e vandali, come li ritengono i più;


non mancano gli ubriachi di primo mattino, o forse erano gli ultimi della notte scorsa a cui non è ancora passata l'ultima sbornia e si trascinano dondolanti per le strade; né drogati alla ricerca di spiccioli e spacciatori, troppo furbi per farsi riconoscere da una vecchia, ma l'anziana donna ne è sicura, ci sono anche loro, in quartieri come questi non mancano mai, del resto basta guardare i marciapiedi pieni non solo di immondizia, non sono neanche le nove del mattino ed i cassonetti sono tutti pieni, ed anche dove non lo sono la gente evidentemente ritiene che la spazzatura da cui ci facciamo circondare ogni giorno siamo meglio metterla in bella mostra piuttosto che relegarla in un più discreto cassonetto.


Le vetrine dei negozi sono scarne, quasi che il loro obiettivo non sia invitare i clienti ad entrare quanto scoraggiare possibili malviventi, lì non c'è molto da rubare, si prega di attendere giorni migliori. Anche le insegne, molte sono rovinate, le luci o non funzionano o funzionano male.


Persino per quel che riguarda i cartelli stradali sono rimasti sono i pali che li sostenevano, chi passa da quelle parti per la prima volta si accorgerà a sue spese da quali pericoli dovrà guardarsi, chi invece conosce quelle zone sa già che li rischia tutti. Arriva finalmente al supermercato, non c'è molta gente, del resto chi abita in queste zone non ha molto da spendere. Sono soprattutto donne, molte straniere e di colore, ma non chiamatelo quartiere multietnico: qui le culture dei vari paesi non si confondono affatto, ognuno si fa gli affari propri, ognuno preferisce tenersi le sue gioie ed i suoi dolori, senza rischiari di farsi coinvolgere da quelli degli altri avvicinandosi troppo.


L'anziana donna fa la sua spesa, scarna come sempre, neanche lei ha molto da spendere però si è ricordata del cibo per i gatti che attendono fuori. Sta scambiando quattro chiacchiere con la cassiera, non ha molte occasioni di parlare con qualcuno così ne approfitta, ma dietro di lei c'è un uomo che sta già sbuffando, la pazienza non è una virtù di questi tempi, la gente ha troppa fretta di bruciare la propria vita, nascondendola dietro a quelli che chiamano impegni, siano essi di lavoro, con la famiglia o altro. Dopo aver pagato il conto la donna torna a sedersi su una panchina dove apre la scatola di crocchette per i gatti che l'hanno seguita e gli altri che, attirati dall'odore, la raggiungeranno di lì a breve.


Nel frattempo arriva un ragazzo, sempre che si possa ancora chiamare ragazzo un uomo di 30 anni o passa, con i capelli lunghi, la barba incolta e la chitarra in spessa. Si siede sul marciapiedi di fronte, posa un bicchiere di metallo per terra, accorda la chitarra ed inizia a cantare. Viene tutti i giorni, non si sa chi sia, da dove venga, dove vada, come passi le sue notti e dove dorma. Probabilmente è un vagabondo, e forse è anche uno sprovveduto, per guadagnare qualcosa con le sue note dovrebbe andare in centro, ai giardini pubblici, davanti le scale della cattedrale dopo la messa, quando la gente è più incline ad elargire una moneta per scaricarsi la coscienza.


Invece viene qui, nel quartiere più degradato della città, ogni giorno, alla stessa ora, lo stesso tratto di marciapiede, a cantare di speranza e libertà, parole che, in certi posti, sono le uniche a darti la forza per andare avanti. Chissà a chi le canta, si chiede la vecchia, se a noi o a sé stesso, e chissà se, all'infuori di lei, qualcun altro lo ascolta. Speranza e libertà vogliono dire futuro, e forse è meglio che nessuno ascolti, pensa la vecchia, là dove ti siedi non c'è futuro, caro ragazzo, ma solo un passato da dimenticare ed un presente insopportabile, il futuro è una chimera per gli illusi. Tra questi pensieri si alza per avvicinarsi al chitarrista e versare una moneta nel bicchiere. 50 centesimi, una miseria, ma bastano per un bel sorriso, quello con il quale il ragazzo la ricambia. Ed è proprio per vedere quel sorriso che ha fatto la sua offerta. E' il momento più bello della sua giornata, il resto la passerà seduta sul divano a guardare squallide soap-opere alla tv.


Rientrando in casa scopre che c'è un messaggio sulla segreteria telefonica. E' di sua figlia, l'unica persona che ancora si preoccupa di lei. Chiama spesso e continua a ripetere le stesse cose: quel quartiere non è adatto ad una vecchia sola come lei, sarebbe più tranquilla se si decidesse a trasferirsi, ne ha già parlato con il marito ed anche lui è d'accordo, avrebbe una stanza tutta per sé e non le farebbero mancare nulla. No grazie, pensa l'anziana donna, troppo disturbo per quel poco di futuro che ancora mi resta, e poi preferisco vivere la disperazione vera ai sentimenti ipocriti del residence in cui alloggia la figlia. Ci è stata, qualche volta e non ne ha ricavato una buona impressione, troppi inquilini interessati alle formalità e all'apparenza e pochi alla sostanza.


Si guarda allo specchio chiedendosi se la vera ipocrita non sia lei. L'unico motivo per cui non vuole allontanarsi dal quartiere è il bel giovanotto con la chitarra, che non avrebbe più modo di rivedere. Quanto sei stupida! pensa tra sé. Alla tua età non è più il caso di innamorarsi, tanto meno di una persona che avrà sessant'anni meno di te, tanto meno di un sorriso. L'amore non ha età le risponde la coscienza. E poi ne ho visto così poco che voglio illudermi di provarne ancora.


Si rimprovera di comportarsi come una ragazzina, la vecchiaia farà tornare bambini ma lei si è fermata all'adolescenza ed infatti come un'adolescente che soffre per amore ha smesso di mangiare da giorni. Non le piace restare a sognare cose che non potrà avere. Del resto è quasi giunta l'ora di lasciare questo mondo, novanta anni sono tanti e possono bastare, se il suo comportamento ne anticiperà la dipartita di qualche giorno il buon Dio non si offenderà.


Continua a guardarsi allo specchio soffermando la sua attenzione sulle rughe ed i segni lasciati dal tempo. Com'era diversa una volta! E' soltanto vecchia e stanca,oramai. Chissà che fine hanno fatto l'allegria della bambina che fu, l'irrequietezza dell'adolescenza, l'ottimismo della giovinezza, il coraggio della donna che era in lei, la forza degli anni passati.


Ripensa ai tanti episodi, alcuni piacevoli, altri meno, che hanno caratterizzato la sua esistenza. Molti si sono persi nella memoria ma altri rimangono vividi nel cuore, i falò con gli amici, il primo amore, le promesse al chiaro di luna con quello che diverrà suo marito, e che non manterrà, abbandonandola per una donna di venti anni più giovane, il giorno del parto, quello del matrimonio di sua figlia, le giornate al mare e le pazzie della gioventù, quando una dichiarazione d'amore poteva bastare a farla impazzire di gioia, tanto da farla uscire di casa per andare in spiaggia nonostante il diluvio, ballando nuda sotto la pioggia per ringraziare il cielo.

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