Guardi la piazza centrale e tutto quello che succede sembra episodico: alcune donne, solitamente anziane rincasano con il carrello della spesa, qualche macchina passa, ci sono mamme che accompagnano i bambini piccoli e ragazzini di poco più grandi che giocano non lontano da casa. Qualche cane randagio si gode il sole. E poi ci sei tu.
Maledettamente fuori posto, qualunque cosa tu faccia, che ti prenda il caffè al bar o ti legga il giornale su una panchina. Che chieda informazioni o, peggio ancora, curiosi e ti fai i fatti tuoi senza chiedere niente a nessuno. Leggi negli sguardi della gente le domande “chi diavolo è questo? Cosa è venuto a fare qui?”, finché qualcuno non te lo chiede davvero. L'impressione che ne ricavi è che siano tutti impiccioni, ma forse per loro sei solo un tassello fuori dal puzzle che non sanno dove collocare.
Devono capire se fai parte della cornice, o del panorama sullo sfondo. E soprattutto vogliono essere rassicurati che tu, quella città in coma, non sia venuto a risvegliarla.
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