domenica 12 ottobre 2008

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Messaggio in una bottiglia

Sgradevolissima ragazza che un destino cinico e baro ha permesso che incrociasse la mia strada e la mia vita, ti scrivo oggi, un giorno fortunato in cui Dio ha ascoltato le mie preghiere e piantandomi qui, lontano dal mondo ma soprattutto da te…

So che cosa stai pensando mentre leggi questa righe. Che sono il solito che non sa prendere di petto le situazioni e dire le cose in faccia. In effetti devo ammetterlo, non ci sono mai riuscito. Tutte le volte che ci ho provato stavi parlando e non volevi essere interrotta. Potevo aspettare che tu finissi i tuoi argomenti, o che almeno riprendessi fiato, è vero, e lo giuro, ci avrei anche provato, se non mi fossi addormentato prima…

Ma qui, i tuoi strilli alle mie parole non dovrebbero arrivare, dovrai per forza lasciarmi finire la lettera prima di replicare qualsiasi cosa, non potrai metterti a piangere gridandomi che sono un insensibile verme schifoso e squallido, un incapace buono a nulla neanche buono per il sesso, che mi hai sopportato solo per amore e neanche sono stato capace di apprezzarlo.Non potrai fare come le altre volte che tra le lacrime, mi hai scagliato tutti gli oggetti a tua disposizione e solo quando almeno una decina di essi mi hanno preso in piena fronte comincerai a calmarti ed ancora singhiozzando mi dirai:"Guarda cosa MI hai fatto fare! Sei impossibile" ed ovviamente ti riferisci ai cocci per terra, non alle mie ferite…E sconsolata, mentre pulisci mi diresti : "guarda che non possiamo andare avanti così! Tutte le sere a litigare e riordinare. Sei proprio uno stronzo: manco mi aiuti!"Ed io, nel bagno a disinfettarmi pensando "Ma com'è che mi hai obbligato a fare la spesa con te al supermercato perché non avevi la forza per portare le buste eppure sei riuscita a tirarmela tutta addosso insieme alle suppellettili che avevamo in caso, il tutto in meno di trenta secondi…e poi lo stronzo sarei io…tu manco la paghi!"


Ho deciso oggi, per la prima e forse unica volta in cui potrò farlo, cosa penso davvero di te. Dovresti esserne lusingata: qui, una spiaggia incantevole, un cielo limpido, un mare stupendo, una villa come l'hai sempre sognata, io sto pensando a te.

Tu invece, leggendo le mie parole, probabilmente starai pensando alla villa. E va bene, te la descrivo: mq. 160 totali prospiciente il mare , immersa nel verde con vista panoramica, salone mq 51 con caminetto, 3 vani, cucina, 2 bagni, ripostiglio, giardino mq. 400, più 2 porticati di . 31 mq.


Sono entrato e ho notato che sul tavolo qualcuno aveva lasciato una lettera scritta a man, nella quale si potevano leggere queste parole:

" Chiunque tu sia, sappi che anni fa comprai quest'isola per isolarmi dal mondo. La villa è dotata di tutti i comfort, ma niente tv, radio, computer o qualsiasi cosa possa metterti in contatto con il mondo. La cantina è ben fornita. L'ampia vegetazione intorno la villa consente di nutrirsi di frutta. C'è anche un orto, probabilmente rovinato perché non lo coltivavo. C'è anche selvaggina e se non sei vegetariano in casa ci sono fucili e munizioni. Ho immesso nell'isola solo specie non pericolose per l'uomo come lepri, fagiani e simili, quindi qui si vive al sicuro da tutto.Io vi sono vissuto felice negli ultimi anni della mia vita, ma se stai leggendo la presente è perché sono crepato. Perciò l'isola è tua. Te la regalo e tanti auguri. "


Insomma, qui starò bene, perciò non essere preoccupata per me. Non ti dirò come ci sono finito perché non vorrei tu tentassi di raggiungermi.Ma torniamo a noi.Mi manchi sai?Mi manchi quando la sera ti avvicinavi nel letto per chiedermi: "mi fai le coccole?" e dopo un'ora di sbattimento di maroni ad accarezzarti dove non ne sentivo l'esigenza, non appena divento più ardito tu cominci ad inquietarti:"Il solito porco!" gridavi acida e poi, con voce sussurrata e dolce "Stavamo così bene, non rovinare sempre tutto. Continuiamo così"STAVAMO così bene? Tu, forse, stavi cosi bene. Io no. Io stavo ingrifato ed insoddisfatto. Non mi hai lasciato dormire e sai che succedeva sempre il giorno dopo al lavoro? Che vedendo le occhiaie i colleghi dicessero: "Ma bravo! Ci hai dato dentro stanotte". Non sapevano quanto mi sentissi preso per il culo.


Mi mancherai la mattina, quando ripenserò a tutte le volte in cui mi preparasti il caffè. Certo, mi mancherai un po' meno appena ripenserò alle scenate per aver versato gocce di caffè sul lenzuolo. Sento già le tue parole ripiombarmi nella testa:"Il solito deficiente. Le ho cambiate ieri, le lenzuola! Possibile che non stai attento a niente? Non è che posso stare a lavare lenzuola tutti i giorni. Questo non è un albergo ed io non sono una cameriera! Per chi mi hai preso, oh?! Almeno aiutassi. Macché. Il letto lo rifaccio io, le lenzuola le lavo io, i vestiti li lavo io, tu non fai mai niente: niente. Lo vuoi capire: niente! Almeno stai attento, ci vorrà mica tanto!Mi ero svegliata così bene, mi hai messo già di malumore"Ricorderò gli inutili tentativi di armistizio:"Eh, dai che è caduta solo una goccia dalla mia parte! Tanto ci dormo io lì!"E le tue risposte:"ma sentilo. Una goccia, dice…guarda come si è estesa! Il lenzuolo da bianco è diventato marrone, quasi. E poi che c'entra che ci dormi tu? Che dobbiamo fare, il porcile? Comunque ci dormo anch'io. E non voglio dormire nella merda!""E' caffè""Almeno abbia la compiacenza di tacere quando hai torto!"


Eppure avevo imparato a sopportar...ehm, ad amarti. Forse per i tuoi occhi così dolci. Forse per il tuo animo, apparentemente collerico, isterico ed instabile ma in fondo in fondo sempre altruista, gentile e romantico. Peccato che queste qualità fossero talmente in fondo che io non le abbia mai conosciute.

Forse, a farmi innamorare di te, deve essere stato il fatto che sapevi cucinare bene. Certo, non lo facevi mai. Eri sempre stanca, arrabbiata, annoiata tanto che proponevi sempre e soltanto di andare a cenare fuori. Anche perché spesso i piatti erano inutilizzabili: li avevi già rotti tirandomeli addosso.


Deve essere stato questo, quella tua vivacità, la tua esuberanza, la tua energia a colpirmi di te. O forse no: l'unica cosa che mi aveva davvero colpito e a cui difficilmente avrei rinunciato sarebbero state le tue tette. Peccato che tu non me le facessi vedere quasi mai.


Solo quando ti prestavo la macchina c'era qualche speranza. Tornavi quasi sempre con le chiavi in mano, bella, fresca, profumata e con un ampia scollatura. E con il sorriso sulle labbra ti sedevi sulle mie gambe e mi mettevi le braccia al collo. Dopodiché, avvicinando con fare suadente le tue labbra al mio orecchio mi chiedevi se avrei potuto perdonarti “un piccolo graffietto”. Vedevo il tuo seno con la stessa frequenza con cui il carrozziere ed il meccanico vedevano la mia auto.
Così potrai capire, ad un certo punto mi sono scocciato sia di te che di loro.


Volevo andarmene lontano da tutti e fortuna ha voluto che ci sia riuscito. Perciò non aspettarmi, sto bene qui e non ho intenzione di fare ritorno. E per non correre il rischio di commettere l'insano gesto di ripensarci e tornare tra le tue braccia, ho scritto una copia di questa lettera. Da rileggere tutte le volte che avrò nostalgia di te.

Racconto scritto su un vecchio forum dal titolo: SULLA SPIAGGIA TROVATE UNA BOTTIGLIA CONTENENTE UN MESAGGIO! COSA PENSATE CI SAREBBE SCRITTO? Il forum non esiste più. Il mio messaggio, grazie ad una amica, invece si è salvato.




1 commento:

  1. Specchio fedele di molte relazioni, lo ammetto. Mi chiedo solo: ma non te ne accorgi prima di certe esagerazioni?

    Per la macchia di caffè sulle lenzuola mi incazzerei anche io come una iena: odio cambiare il letto! Che faticaccia! :)

    Littlebee

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