giovedì 3 maggio 2012

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Il futuro, l'editoria e gli e-book

Il mio parere di lettore medio sugli ebook (dove per lettore medio intendo una persona che legge all'anno dai venti ai quaranta titoli tra saggi e narrativa per puro diletto, centinaia di fumetti, una ventina di e-book - comprese le due tesi su e-pub e e-book scritte dalle ragazze presenti su questo gruppo - scaricabili on-line a titolo gratuito soprattutto da giovani scrittori magari acerbi ma di belle speranze, svariati blog e siti tematici, qualche social network e segue una decina di rivista e almeno tre quotidiani, tra quelli sportivi, nazionali e regionali):

a me sembra che l'evoluzione degli e-book stia andando tecnologicamente nella strada giusta ma sia sbagliato il modo di presentare l'offerta. Pur amando leggere, gli unici motivi che mi convincerebbero a comprare un e-reader sarebbero lo studio, la curiosità o la mancanza di spazio. Altre convenienze, allo stato attuale dei fatti, non ne vedo. Non essendo più uno studente, potendo permettermi di rinviare il problema della mancanza di spazio e, dal momento che come tutti sto soffrendo la crisi, non compro più oggetti con l'unico scopo di soddisfare un mio sfizio o una mia curiosità.

Certo, potrei scaricare gli e-book direttamente al Pc, e infatti lo faccio ma solo con i titoli scaricabili gratuitamente, se devo pagarli, e soprattutto se tale costo non supera il 50%, trovo più pratico il cartaceo.

Tra l'altro, mi sembra che le case editrici non abbiano fatto alto che “zavorrare” gli e-book riducendone così i vantaggi che offrivano. E ho il sospetto che non sia stata capacita ma libera scelta. Hanno sempre detto che la distribuzione si mangiava almeno il 50% del prezzo di copertina di un libro normale, ma nelle offerte on-line, nonostante la possibilità di eliminare i problemi e i costi legati alla distribuzione, la differenza di prezzi è piuttosto contenuta, eccezion fatta per i lanci pubblicitari o le offerte promozionali.

Ci sono i DMR, quei dispositivi applicati agli e-book per evitare che vengano duplicati. Che, se si limitassero a quello, non sarebbero un problema. Lo sono quanto limitano l'uso anche all'acquirente, dal momento di fare copia e incolla, stampare o trasferire i propri e-book da un supporto all'altro. Oltre al fatto che rendono il mio e-book non solo “controllabile”, cosa di per sé fastidiosa, ma in qualche caso persino cancellabile da remoto. Tra l'altro, i DMR sono facilmente eliminabili da chi ha minime conoscenze di programmazione, quindi non scoraggiano la pirateria. Di fatto, non servono a niente: sono solo un ulteriore zavorra ad appesantire la convenienza dell'ebook.

Altra zavorra la modalità di pagamento. In una libreria posso tranquillamente pagare in contanti, per gli acquisti on-line dovrò legarmi a carte di credito, post-pay o simili, rischiando magari anche qualcosa nella diffusione dei miei dati.

Poi ci sono le scomodità ai supporti: e-reader che non leggono alcuni formati, altri che hanno bisogno di programmi da scaricare preventivamente per passare da un formato all'altro, altri da cui è possibile effettuare gli acquisti on-line solo dai propri store on-line, limitando la mia potenzialità di acquisto.

Sarò in malafede, ma io non credo che gli effetti di queste “zavorre” non siano state considerate. Fino a prova contraria, nelle case editrici ci lavorano persone intelligenti, perciò se arrivo a fare queste considerazioni io, lettore semplice, figuriamoci se non ci arrivano loro che sono del settore. A questo punto viene facile pensare che lo scopo di queste zavorre applicate agli e-book, più che proteggere i copyright, sia rallentarne la diffusione.
E questo, credo, per proteggere i guadagni derivanti dal cartaceo,visto che il mondo degli e-book è un mondo con regole ancora tutte da scrivere e dagli esiti incerti. Pur sapendo che la rivoluzione tecnologica sarà prima o poi inevitabile, ogni giorno guadagnato dall'editoria tradizionale rispetto a quella digitale sarà un giorno di fatturato certo contro uno con troppe incognite.
Per fare una rapida sintesi le case editrici hanno fondamentalmente un problema: la tutela dei guadagni. E per tutelarli devono prendere in considerazione due aspetti: la tutela del copyright contro la diffusione della pirateria e l'esigenza che il fatturato derivante dall'editoria digitale non sia vada a scapito di quello cartaceo, o quantomeno non sia minore. Però devono anche considerare che l'utente è abituato a usufruire in modo, se non gratuito, a costi notevolmente ridotti e vede mal volentieri qualunque tentativo di aumento, anche là dove la cosa andrebbe a vantaggio della qualità. Quindi chi vuole guadagnare on-line può riuscirci se riesce a risolvere una forse non tanto semplice equazione ovvero: ampia offerta + prezzi contenuti = profitto. Dove per profitto non si intende necessariamente elevati guadagni ma comunque profitto, quantomeno sufficiente a coprire i costi e vivere del proprio lavoro.

Nella mia ignoranza, penso che l'unica strada percorribile per l'editoria sia lo streaming, da proporre in maniera analoga alla tv pay per view, magari legandola a una sim li dove la tv a pagamento è legata invece a una tessera, e lasciando comunque ai propri abbonati la possibilità di comprarsi e scaricare gli e-book preferiti.

Ovviamente l'offerta deve essere personalizzabile, così come lo è per la tv che possono scegliere tra calcio, cinema, prodotti per bambini ecc. Faccio degli esempi: una famiglia di quattro persone, il marito ama l'horror, la donna i chick-lit, hanno un figlio che studia legge e una bambina piccola. Si abbonano per al genere horror, chick-lit, fantasy, per la bambina e tutti i testi di giurisprudenza, pagando tot al mese. Magari la bambina cresce e scopre di preferire altri generi rispetto al fantasy, il ragazzo si laurea (oppure abbandona gli studi) e potrebbe non essere più interessato ai libri della sua facoltà. L'offerta fantasy e giurisprudenza viene eliminata a favore di altro. Se invece il tipo che studiava legge diverrà avvocato potrebbe essere interessato alla “pay per read” dei testi di legge a vita.

Potrei anche decidere che in famiglia non si legge così tanto, i figli non vanno più a scuola e, insomma, voler disdire l'abbonamento. Però alcuni libri letti finché ero abbonato mi son piaciuti e decidere di comprarmeli in modo da averli sempre con me e leggerli dove mi pare come si fa, o meglio come si vorrebbe fare, oggi con gli e-book. E, magari, più tempo sei rimasto abbonato, minore è il prezzo per scaricarsi un libro. O anche, come offerta promozionale, per ogni anno di abbonamento puoi scaricarti 10 libri gratis.

Per funzionare, ovvio che l'offerta dovrebbe essere ampia e economicamente conveniente. Solo così non avrebbe senso scaricarsi e-book dalla pirateria, li dove si potrebbero averli tutti, compresi gli ultimi arrivi, senza intasare lo spazio del mio dispositivo e non sprecando troppo tempo a scaricare. Tra l'altro c'è da considerare che, qualunque prodotto immesso nel web, è in concorrenza con tutti gli altri prodotti, anche di generi completamente differenti. Quindi un abbonamento come quello prospettato è in concorrenza con qualsiasi altra cosa si venda su Internet a pari valore, sia esso software, film gioco multimediale o altro. L'unico modo per sbaragliare la concorrenza non sono degli altri editori ma anche degli altri prodotti è proporre un'offerta ricca.

E questo, credo, per proteggere i guadagni derivanti dal cartaceo,visto che il mondo degli e-book è un mondo con regole ancora tutte da scrivere e dagli esiti incerti. Pur sapendo che la rivoluzione tecnologica sarà prima o poi inevitabile, ogni giorno guadagnato dall'editoria tradizionale rispetto a quella digitale sarà un giorno di fatturato certo contro uno con troppe incognite. Per fare una rapida sintesi le case editrici hanno fondamentalmente un problema: la tutela dei guadagni. E per tutelarli devono prendere in considerazione due aspetti: la tutela del copyright contro la diffusione della pirateria e l'esigenza che il fatturato derivante dall'editoria digitale non sia vada a scapito di quello cartaceo, o quantomeno non sia minore. Però devono anche considerare che l'utente è abituato a usufruire in modo, se non gratuito, a costi notevolmente ridotti e vede mal volentieri qualunque tentativo di aumento, anche là dove la cosa andrebbe a vantaggio della qualità. Quindi chi vuole guadagnare on-line può riuscirci se riesce a risolvere una forse non tanto semplice equazione ovvero: ampia offerta + prezzi contenuti = profitto. Dove per profitto non si intende necessariamente elevati guadagni ma comunque profitto, quantomeno sufficiente a coprire i costi e vivere del proprio lavoro.

Nella mia ignoranza, penso che l'unica strada percorribile per l'editoria sia lo streaming, da proporre in maniera analoga alla tv pay per view, magari legandola a una sim li dove la tv a pagamento è legata invece a una tessera, e lasciando comunque ai propri abbonati la possibilità di comprarsi e scaricare gli e-book preferiti.

Ovviamente l'offerta deve essere personalizzabile, così come lo è per la tv che possono scegliere tra calcio, cinema, prodotti per bambini ecc. Faccio degli esempi: una famiglia di quattro persone, il marito ama l'horror, la donna i chick-lit, hanno un figlio che studia legge e una bambina piccola. Si abbonano per al genere horror, chick-lit, fantasy, per la bambina e tutti i testi di giurisprudenza, pagando tot al mese. Magari la bambina cresce e scopre di preferire altri generi rispetto al fantasy, il ragazzo si laurea (oppure abbandona gli studi) e potrebbe non essere più interessato ai libri della sua facoltà. L'offerta fantasy e giurisprudenza viene eliminata a favore di altro. Se invece il tipo che studiava legge diverrà avvocato potrebbe essere interessato alla “pay per read” dei testi di legge a vita.

Potrei anche decidere che in famiglia non si legge così tanto, i figli non vanno più a scuola e, insomma, voler disdire l'abbonamento. Però alcuni libri letti finché ero abbonato mi son piaciuti e decidere di comprarmeli in modo da averli sempre con me e leggerli dove mi pare come si fa, o meglio come si vorrebbe fare, oggi con gli e-book. E, magari, più tempo sei rimasto abbonato, minore è il prezzo per scaricarsi un libro. O anche, come offerta promozionale, per ogni anno di abbonamento puoi scaricarti 10 libri gratis.

Per funzionare, ovvio che l'offerta dovrebbe essere ampia e economicamente conveniente. Solo così non avrebbe senso scaricarsi e-book dalla pirateria, li dove si potrebbero averli tutti, compresi gli ultimi arrivi, senza intasare lo spazio del mio dispositivo e non sprecando troppo tempo a scaricare. Tra l'altro c'è da considerare che, qualunque prodotto immesso nel web, è in concorrenza con tutti gli altri prodotti, anche di generi completamente differenti. Quindi un abbonamento come quello prospettato è in concorrenza con qualsiasi altra cosa si venda su Internet a pari valore, sia esso software, film gioco multimediale o altro. L'unico modo per sbaragliare la concorrenza non sono degli altri editori ma anche degli altri prodotti è proporre un'offerta ricca.

E senza limitare i propri dispositivi dal curiosare (e comprare) anche dai cataloghi altrui. Come del resto, in una libreria Feltrinelli nessuno mi impedisce di comprare Mondadori, e viceversa. Il fatto che attualmente in Italia la pay per view ti faccia scegliere tra due decoder non è un buon motivo per imitarli.

Gli autori verrebbero pagati, oltre che sulle percentuali dei libri scaricati, a click, o per andare sul sicuro, a tempo. Mettiamo che in un mese lo scrittore Tal dei Tali ha ricevuto 200 click e ogni utente è stato su quel testo dalle 4 alle 5 ore. Verrà pagato in base alle connessioni ottenute e il tempodi transizione di ogni singolo utente. Immagino che, in uno scenario del genere, l'editoria si trasformerà in questo modo: all'offerta “pay per read” dove ci saranno tutti gli autori di punta e le ultime novità più interessanti del mercato editoriale, si affiancheranno sito dove è possibile leggere in streaming in maniera gratuita, dove si eserciteranno gli scrittori più acerbi e dove le case editrici pescheranno nel tentativo di trovare i nuovi talenti.

Uno dei problemi che hanno infatti, gli scrittori emergenti che decidono di proporsi da soli sul web, è, oltre la mancanza di esperienza, conoscenze di editing, marketing e quant'altro, è quello di non riuscire a vendere o comunque vendere in modo significativo anche lì dove i loro e-book messi a disposizione in maniera gratuita sono stati ampiamente scaricati e ricevono consensi.

Ma in un abbonamento “pay per read” essere cliccati per essere letti potrebbe essere più significativo dell'essere pagati per avere il loro e-book, trasformando quella che è una loro attuale frustrazione in un punto di forza. In pratica uno scrittore alle prime armi si propone su una piattaforma dove sia possibile consultare i suoi e-book gratuitamente e, in base alle esigenze della casa editrice e il gradimento degli utenti, possa riuscire a fare il grande passo verso l'editoria retribuita. Qualcosa di simile potrebbe avvenire per i traduttori, che potrebbero mettersi alla prova con classici e libri senza diritti di copyright magari non ancora tradotti nel nostro paese. O libri del nostro paese mai tradotti all'estero. Un sito che propone un'offerta simile è www.meetale.com, un sito che si propone di essere la you-tube degli e-book: tutto è visualizzabile gratis, ma decide l'utente cosa lasciare scaricare e a che costi, anche se al momento non sono presenti traduzioni. Un po' come le squadre di calcio che attingono dai giocatori della primavera quando li ritengono pronti, questi siti forniranno il vivaio delle varie case editrici.

Del resto qualcosa di simile avviene già nel giornalismo dove le redazioni pescano a pieni mani dai blogger più interessanti. Ma il blog è strutturalmente adeguato agli articoli ma non ai racconti lunghi ed è per questo, credo, che i blogger scrittori riescano spesso nel grande salto dal blog al giornalismo, o al limite alla saggistica, e meno spesso alla narrativa. Eccezioni alla regola sono coloro che offrono contenuti ad alto impatto visivo, come illustratori, fumettisti, o i fotografi dove i migliori riescono, già attualmente, a farsi notare dagli addetti ai lavori. Credo comunque che anche loro proporranno offerte in streaming. Del resto, facendo l'esempio dei fumetti, se decido di leggermi tutta la collezione di Tex, e nel caso mi ci vogliano quattro mesi per realizzare il mio intento, leggerli con un abbonamento di quattro mesi sarebbe molto più economico e pratico di rintracciare e comprarmi tutti gli arretrati.

Se mai avverrà tutto quello che ho sopraesposto l'editoria a pagamento perderebbe di senso e dovrebbe, come molti già si augurano, pian piano scomparire o al massimo trasformarsi, come in parte sta già facendo, per offrire servizi editoriali: consulenze, letture, servizi di editing, corsi di scrittura e insomma cose non troppo diverse da quello che attualmente fanno le agenzie letterarie. Penso che cambieranno anche le librerie, che si attrezzeranno anche loro con dispositivi per stampare a richiesta i libri meni diffusi, mentre al loro interno resteranno i cartacei più venduti, scelti dai commessi stessi secondo le esigenze della loro clientela, o al limite secondo i loro gusti, stampati direttamente da loro sul dispositivo per il print on domand, scegliendo sempre loro, per ogni titolo scelto, quante copie mettere sugli scaffali. Inoltre le librerie potrebbero vendere anche semplici bar-code, singolarmente o da aggiungere alle edizioni cartacee con piccolo sovrappezzo in modo tale che chi non voglia legarsi a un abbonamento o mettere i propri dati on-line per geste carte di credito o prepagate, può scaricarsi l'e-book tramite il bar-code. Probabilmente, o almeno mi auguro, ci sarà all' interno della libreria spazio per bar e tavolini in cui leggere in santa pace.

Per quanto riguarda le biblioteche sarebbe logico aspettarsi tavoli con e-reader incorporati e abbonati in streaming a quasi tutto, la dove una famiglia sarebbe invece selettiva secondo le sue esigenze. Il che vorrebbe dire dotare le biblioteche di un e-reader per ogni posto a sedere e avere soldi sufficienti a pagare gli abbonamenti. Cioè che lo stato investa in attività culturali. Allora stato attuale, un'utopia.

Se questo è il futuro che ci attende i vari e-reader che si vendono in giro non diverranno obsoleti tra cinque anni: lo sono già adesso. Poi, per carità, può darsi che le mie considerazioni sono frutto della mia fantasia e lo scenario che si aprirà tra qualche anno sarà di tutt'altro tipo. Nel caso chiedo scusa, così come chiedo scusa se tutto ciò che ho scritto dovesse confuso, privo di senso e ricco di errori anche ortografici, ma non ho voglia di rileggere. Che io, in fondo, non sono un esperto con questi argomenti non c'entro quasi nulla, visto che nella vita ho fatto l'operaio.

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